Inno alla bellezza

Inno alla bellezza

Vieni dal cielo profondo o esci dall’abisso,
Bellezza? Il tuo sguardo, infernale e divino,
versa indistintamente innocenza e subisso,
e per questo possiamo paragonarti al vino.

Contieni nel tuo occhio il tramonto e l’aurora;
spandi profumi come un crepuscolo piovoso;
i tuoi baci sono un filtro, la tua bocca un’anfora
che fa vile l’eroe e il fanciullo coraggioso.

Esci dal nero abisso o discendi dagli astri?
Il Destino, simile a un cane, segue fremente
le tue gonne; semini a caso gioie e disastri,
e tutto governi e non rispondi di niente.

Cammini sui morti, Bellezza, e li schernisci;
fra i gioielli l’Orrore non è il meno attraente
e il Delitto, fra i ciondoli che tu preferisci,
sul tuo ventre orgoglioso balla amorevolmente.

L’effimera abbagliata vola su te, candela,
crepita, avvampa e dice: Ti benedico, vampa!
L’amoroso ansimante chino sulla sua bella
ha l’aria d’un morente che carezzi la tomba.

Che tu venga dal cielo o dall’inferno, che importa,
Bellezza! Mostro enorme, spaventoso, innocente!
Se l’occhio, il riso, il piede tuo mi apron la porta
d’un Infinito che amo e di cui non so niente?

Da Satana o Dio, che importa? Angelo o Sirena,
che importa, se rendi, -fata con occhi di velluto,
ritmo, profumo, luce, o mia unica regina!-
l’Universo meno odioso, meno grave il minuto?
Charles Pierre Baudelaire (Parigi, 9 aprile 1821 – Parigi, 31 agosto 1867)

1236100_599768350074920_1880207117_n

Lascia un commento